Gli investimenti che normalmente producono ingenti perdite sono quelle ad alto rendimento.
Gli investimenti che promettono alti rendimenti infatti sono anche quelli più rischiosi ed espongono il risparmiatore a maggiori rischi di subire perdite molto elevate.
Questi investimenti, di solito, sono presentati come “sicuri” nel senso che l’investitore non può perdere il capitale investito.
Ma può capitare talvolta che, oltre alla perdita del rendimento, sia intaccato anche il valore del capitale investito.
In base alla nostra esperienza professionale, molte volte, al risparmiatore che ha subito una perdita inattesa ed inaspettata è mancata una completa ed esaustiva informazione sulle caratteristiche dei prodotti e sui rischi degli stessi. E ciò indistintamente, sia nel caso in cui l’investimento sia stato consigliato da consulenti della banca e sia nel caso, invece, sia stato frutto di una scelta autonoma del risparmiatore.
Cosa deve fare un investitore dopo che ha subito una perdita da investimento?
Prima di spiegare cosa fare, diciamo invece subito COSA NON FARE.
La prima cosa da non fare è darsi la colpa di quanto accaduto.
Che la perdita derivi da investimenti “sicuri” o da “titoli speculativi”, pensieri del tipo: “vabbè è colpa mia, me la sono cercata. Non dovevo rischiare“, oppure: “Sono stato stupido a credere a quello che mi hanno detto in banca” vanno assolutamente evitati, poiché anche quanto le scelte di investimento sono frutto di un’autonoma decisione del risparmiatore non esistono esenzioni di responsabilità da parte della banca.
A questo punto la prima cosa da fare per tutelare le proprie ragioni è quella di raccogliere
tutta la documentazione relativa all’investimento e al rapporto con la banca (comunicazioni
periodiche, questionario MIFID, ordini di acquisto e vendita, email intervenuti con gli
impiegati e consulenti della banca).
Pertanto, già in fase di sottoscrizione dell’investimento sarebbe opportuno conservare tutte
le comunicazioni, email, messaggi sms, whatsapp ecc. Anche le registrazioni telefoniche
degli ordini possono essere utili allo scopo.
Tutto questo serve per ricostruire le vicende precontrattuali in modo da stabilire l’effettiva
responsabilità della banca e/o dei suoi consulenti.
Quali sono le verifiche importanti da fare per chi ha subito una perdita da investimento?
Una volta che si è in possesso di tutta la documentazione è importante rivolgersi a professionisti del settore in grado di esaminare la documentazione, ricostruire l’andamento anche di precedenti investimenti, verificare le MIFID ed altri indici come la frequenza delle operazioni svolte. Lo scopo di queste verifiche è quello di capire se la perdita subita è il frutto di circostanze sfortunate ovvero se poteva essere evitata qualora la banca avesse ottemperato a tutti gli obblighi posti a tutela dei risparmiatori. A tal proposito occorre ricordare che le perdite possono derivare da vari motivi: il prodotto non è adatto al profilo di rischio dell’investitore. L’investimento, pur essendo rischioso e in linea con il profilo di rischio dell’investitore, non è spiegato nella maniera più consona e, pertanto, la perdita è direttamente ascrivibile ad un’omessa informazione e trasparenza da parte della banca.
In alcuni casi, ancora, è lacunosa la comunicazione successiva sulle vicende dell’emittente che potrebbe evitare al risparmiatore di conservare nel proprio portafoglio titoli facendo accrescere una perdita ormai cronicizzata e irreversibile.
In questo caso è possibile richiederla alla propria banca.
Ma nel caso si sia conferito incarico a professionisti del settore, ci penseranno loro ad inoltrare formale richiesta, provvedendo ad individuare in termini dettagliati la documentazione necessaria ed a mettere anche in mora la banca nel caso assuma comportamenti reticenti.
Ma se non ho conservato tutta o parte della documentazione necessaria cosa è possibile fare?
Il passo successivo è la contestazione della perdita alla banca mediante un reclamo.
Questa contestazione può essere svolta solo nel caso in cui siano state individuate precise responsabilità della banca prima, durante e dopo la sottoscrizione dell’investimento.
Precisiamo al solo scopo di dare uno spunto informativo che le contestazioni dal punto di vista giuridico possono essere tese alla declaratoria della nullità dei contratti ovvero all’ottenimento di un risarcimento dei danni.
Al momento non ci soffermeremo a precisare le differenze di dette categorie giuridiche, ma il lettore dia per acquisito che nella maggior parte dei casi ci sono maggiori elementi per richiedere un risarcimento del danno e che la giurisprudenza è molto favorevole nel riconoscerlo.
Lo strumento stragiudiziale e alternativo alla giustizia ordinaria consigliato per il soddisfacimento delle domande risarcitorie è quello dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie (A.C.F.).Questo organismo per la risoluzione alternativa delle controversie è costituito da un Collegio giudicante che vaglia le domande proposte e consente di ottenere responsi in tempi ragionevoli.
Tale organismo può essere attivato anche senza la rappresentanza di un legale, anche se è sempre preferibile l’assistenza di professionisti esperti in considerazione del fatto che nel corso della procedura sarà comunque necessario procedere a un dibattimento con la banca a sua volta assistita da propri professionisti e consulenti.
Cosa succede se l’A.C.F. mi dà torto?
L’A.C.F. non è un organo giudiziario e, pertanto, le sue decisioni non sono vincolanti tra le parti.
Entrambe le parti se non soddisfatte hanno la possibilità di procedere innanzi all’Autorità Giudiziaria.
Tuttavia, occorre ricordare che gli intermediari, salvo alcuni casi, non hanno convenienza a portare certe questioni innanzi ai Tribunali Ordinari dopo aver ricevuto un responso negativo dell’ACF. Infatti, oltre a ricevere una sentenza sfavorevole rischiano di pagare le spese di giudizio agli investitori danneggiati.
Allo stesso tempo, se non aderiscono ad una decisione dell’ACF, subiscono l’onta di esser segnalati come intermediari inadempienti.
Se l’ACF si è già espressa negativamente su questioni simili alla mia, conviene attivare la procedura?
Anche se esistono precedenti decisioni negative per perdite su titoli come i propri, non è detto che sia del tutto inutile attivare una procedura di risarcimento.
La questione non si riduce solo al tipo di prodotto finanziario sottoscritto.
Entrano in gioco diversi fattori che, come anticipato, riguardano direttamente il profilo soggettivo dell’investitore ma anche il rapporto con l’intermediario.
Ad esempio, ci sono intermediari che usano degl’indici di rischio “interni” – ossia dei parametri sintetici che includono diversi fattori finanziari – per comunicare alla clientela l’andamento del titolo.
Tali indici, come abbiamo avuto modo di provare in più occasioni non sono sufficientemente idonei a fornire le informazioni giuste e in alcuni casi si sono rivelati del tutto fuorvianti diventando fattori fondamentali per la perdita subita dal risparmiatore.
Pertanto, prima di decidere, è sempre bene affidarsi a dei professionisti che non solo analizzeranno il tipo di prodotto finanziario ma verificheranno tutti gli aspetti fondamentali che hanno caratterizzato l’intero processo di investimento.